Con RaccontiMiniati proponiamo una nuova forma di lettura e di collezionismo, presentando eventi multisensoriali che hanno la capacità di trasportare gli osservatori in luoghi dove il tempo permane sensibile.
I racconti sono strutturati per coinvolgere senza artifici tecnologici invasivi, stimolano le nostre qualità naturali con una dinamica che non prevede movimento ma che sollecita le nostre singolarità profonde a risvegliarsi in altre dimensioni.
Ogni testo di questa proposta si trasferisce su schermo digitale e la sua natura verbale si integra con immagini, suoni e movimento, dando vita a un’esperienza innovativa di lettura antica. Prima della stampa i testi miniati erano preziosi, alle parole veniva affiancata l’immagine e la pagina assumeva un valore unico, la pergamena assorbiva i colori e le forme create dagli amanuensi e le restituiva come preziosità.
Su questi concetti abbiamo sviluppato RaccontiMiniati per interagire con gli amanti della letteratura e dell'arte, offrendo la possibilità di collezionare racconti brevi su Pen Drive. “Letture di luoghi sottili”, dove tempo, ritmo e percezione, preservano integri i valori etici e le virtù della cultura classica dell’immaginario.
Viaggi inconsueti che producono inconsuete curiosità, dove la letteratura diventa arte e l'arte diventa letteratura.
Una idea felice
Mi sveglio, Idea Felice rimbalza e ... (clicca sulla freccia)
Mi sveglio, Idea Felice rimbalza e percuote allegra la testa, «Devi trovare il posto perfetto» ripete.
Mi hanno insegnato che non è cortese discutere con la voce dei morti.
Pennarello, matita, evidenziatore, ho cominciato a trascrivere un elenco di luoghi improbabili, ogni dettaglio, con cura, la fine di una vita è una cosa importante. Scalare Vulcano, giungere al centro della Terra, un luogo di innegabile prestigio. Potevo anche cercare negli abissi profondi i crisantemi di mare o arrampicare la cupola per incontrare Etere dove non c’è piùaria per i pellegrini.
Ho lavorato mattina e pomeriggio con diligenza, la notte ho lasciato il posto ai sogni.
Qualcuno bussa alla porta.
Domani, mi sveglierò con un'altra Idea Felice.
AbrakadabrA
Racconto muto.
Dall'altro lato alla stessa velocità
“Devo mantenere il passo ... (clicca sulla freccia)
“Devo mantenere il passo, non posso perdere la concentrazione, non c'è altra scelta se non voglio che tutto finisca.”
Le gambe procedono accelerando sopra l’Autopista Transoceánica Ecuatorial senza aspettare che la chimica del cervello lo imponga, un impianto biogeneticamente perfetto, alimentato da disciplina e psicotraining selettivo per la produzione di macroendorfine, tale e quale a un turboreattore nucleare divoro idroasfalto alla velocità di 1669,79 km orari. Ogni nanosecondo dispongo le sinapsi nello stato di massima funzionalità, così che possano rilasciare impulsi elettrici in modo fluido senza possibilità di cedimenti.
Muscoli, tendini, ossa, vibrano all'unisono sollecitati dal ritmo costante della marcia.
Non posso correre il rischio di fermarmi e mangiare, un'induzione neuroregolatoria a frequenza periodica mi stimola a introdurre pillole ad alto contenuto di nutrienti. Sulle spalle trasporto uno zaino modulare isotermico per la manutenzione refrigerata carico di capsule idonee a fornire una velocità costante per più di 900 anni.
Mantenere la velocità è essenziale se non voglio incontrare il volto nascosto di Dio.
Aura epidermis1 è strutturata con sistemi automatici di riciclo totale per fluidi e vapori, se mantengo la concentrazione credo che non avrò problemi…
Da tempo corro verso ovest a piena potenza lungo l'Autopista Ecuatorial che circonda ininterrotta il pianeta. I primi giorni sono stati una barbarie, ma sono atleta rigoroso e maratoneta abituato a imprese estreme, il peggio è passato.
Sono stato fortunato, pochi minuti prima di arrivare all'alba mi hanno consegnato il suo ultimo messaggio: «Resta lì, non arrivare alla luce! Torna indietro alla massima velocità e non lasciare mai il buio». Poi niente altro.
Su questo folle pianeta non c'è nessuno di cui fidarsi tranne mio fratello. Non ho esitato, ho girato lo sguardo e ho iniziato la corsa sacrificando solo pochi istanti per saccheggiare l'intera riserva di pastiglie blu conservate sotto azoto liquido nella cella di refrigerazione.
La luce svanì lentamente da dietro mentre prendevo velocità nell'ombra. Tutto era spento, non si vedevano lumi sul ciglio dell'Autopista.
Davanti vuoto nero, profondo, solo la volta del cielo si tingeva di un riverbero rosso smeraldo rischiarando maquette spettrali che avanzavano inciampando con le mani protese nell’oscurità.
Durante le prime ore neanche io ero sicuro di niente, ma non i miei piedi! Paragonabili a un rotore scatenavano più di 463 m/s di velocità crescente. Poi vennero l'odore e il fumo, e poi la cenere e le ossa carbonizzate che nuotavano su un terreno soffice come una torta di crema all'uovo cotta da un lanciafiamme. Ma l’anello Transoceanico ha continuato ad esistere! Puro iridio fluttuante sopra brughiere bollenti e fosse marine vaporizzate.
Ho proseguito il viaggio, anno dopo anno, leccando un'oscurità totalmente orribile. Anche se i tempi di Dio sono molto lunghi, tutto è possibile!
I sogni arrivarono vividi, sfrecciando oltre le tempie senza che le gambe rallentassero, cupe immagini di singole parole che trasognato percepivo al risveglio: «Non dimenticare la tua corona di spine» e anche, «Sconsolante sarà quel giorno luminoso».
Tuttavia inseguo!
Nei secoli ho affinato la tecnica, marciando a tutta velocità come uno scooter a ultrasuoni plano nell'aria quasi senza toccare terra per compensare le gambe che negli anni si sono consumate alle dimensioni di una coccinella.
Non mi dispiace competere, né mi feriscono la solitudine e il sopore interrotto da una veglia perenne, ogni ora e secondo polverizzo nuovi record, un'orgia di gloria che si ripete, e tutto questo non posso condividerlo.
Anche adesso...anche adesso...anche adesso...anche adesso...
"Preziosa è la vita anche se vissuta nelle tenebre, tuttavia sono stanco e desidero addormentarmi."
1 Involucro elettrostatico che circonda un'unità organica. L'utilizzo dell'attrazione elettromagnetica intermolecolare determina ritenzione e riciclo delle sostanze fluide in dispersione.
La magnolia con le radici fiorite
Nella Comarca Dei Boschi Verdi, in un'epoca bizZaRrA ... (clicca sulla freccia)
Nella Comarca Dei Boschi Verdi, in un'epoca bizZaRrA e quasi dimenticata, è accaduto un evento per sua natura così straordinario che per un atto di responsabilità professionale non posso esimermi dal condividerlo con questi mocciosi nanerottoli deficienti.
Elencherò le circostanze minuziosamente, con precisa e totale profusione di dettagli, così che nessuno possa considerare questa come la storia di fantasia concepita dall'immaginazione di un vecchio lumacone stralunato che non sa nemmeno dove dirigere le antenne per trovare la direzione della sua tana.
— Giovani, per favore! Un po' di attenzione, smettete di mangiare erba e fate silenzio!
I fatti di questo evento sono molto chiari. Alla fine della stagione dei cristalli è successo che Scarpe Che Passeggia Con Cuidado è stato giubilato dal Dipartimento Forestale, e a causa di un evidente malinteso, per sostituirlo hanno assunto una nuova guardia forestale nella capitale senza valutarne le effettive capacità operative. Così il novizio al suo primo incarico, posto davanti a una buca per piantare un esemplare di Magnolia Grandiflora, non sapendo stabilire quale fosse la parte più opportuna da interrare, ha risolto delegando la scelta ai suoi criteri estetici ponendo a dimora le radici verso l'alto. In questo modo il contrasto ottenuto con il vuoto e vivido blu dello scenario di fondo, gli sembrava più funzionale e definito.
Terminato il lavoro ancora si congratulava con se stesso per l'alto effetto drammatico, seppur minimale, espresso dalla nudità contorta e scivolosa dell'intricata struttura lignea che graffiava il cielo.
Va da sé che la magnolia poveretta non si sentiva tanto bene con le gambe nude sollevate in aria, né le lumache tra i suoi rami che si ritrovarono sepolte vive senza preavviso nell’oscura cavità cercando una via d'uscita da quell'incubo.
Per non parlare dello GnomoCura che da subito si è attivato nel tentativo di invertire la direzione della linfa vitale che con suo disappunto cercava di raggiungere la chioma arborea ora sepolta, tutto ciò, tra l'altro, senza interrompere le copiose maledizioni rivolte all'autore di questa sconsiderata arboricoltura ornamentale, e tutti sanno che maledizioni di gnomi ed elfi non sono da prendere alla leggera!
Nonostante tutto, al risveglio delle marmotte, grazie ai rimedi e alle magie liberate dal piccolo uomo fatato, foglie e gemme cominciarono a spuntare lungo le radici della malcapitata magnolia.
Potrebbe sembrare inopportuno, però questi germogli e queste buche hanno decretato fama e ricchezza di "La Guardia Pazza", questo il nome che le creature viventi e i maghi della radura gli hanno dato.
Per quei boccioli, nella pubblica piazza alla presenza del Governo Municipale, gli hanno conferito il massimo riconoscimento "per i suoi straordinari servizi e dedizione alle scienze botaniche", assegnandogli La Yema De Honor, a loro dire, "per la sua grande intuizione".
Da allora, nella regione di quelli che camminano molto eretti, si è parlato di lui come del padre putativo del raro esemplare di Magicus Magnolia.
Inoltre, con grande terrore degli GnomiCura, quell’infimo contenitore di bugie proclama di ruotare tutte le piante, forse per ottenere consensi e arrendersi alla politica, o solo per cavalcare il suo sfrenato ego galoppante sottomettendosi alle sue irrefrenabili manie di grandezza.
Così dichiarava le sue intenzioni, inchinandosi con finto pudore agli applausi delle autorità e della gente del luogo: «Troppo ordinarie e volgari le coppe verdi, quanto diversamente raffinata e poetica l'immagine di colline modellate ricoperte di nodose radici fiorite. Aspetteremo il prossimo anno e li ripianteremo tutti dall’altro lato!» pontificò il guardaboschi compiaciuto della sua nuova intuizione.
Ebbene, sembra impossibile, da allora nessuno ha più messo alberi con le radici al posto giusto, provocando il massimo disappunto tra i piccoli fatati della Comarca.
Come conseguenza di questi eventi, coloro che camminano molto eretti hanno di seguito agito per assegnare una nuova decorazione. Questa volta alla memoria!
Nessuno sa esattamente cosa sia successo, La Guardia Pazza è stato ritrovato in bella vista piantato in cima alla collina, inchiodato nel terreno a testa in giù e gambe alzate verso il cielo.
Non sono stati chiariti gli eventi che hanno determinato quanto accaduto, tuttavia nel regno degli elfi, in un’epoca che sembra corrispondere agli eventi di cui stiamo parlando, si racconta ancora di un certo ailongaM Del Bosque, insignito recentemente con decorazione d'onore per i suoi alti servizi alla botanica e per la sua grande intuizione.
Azulete
Quando gli uomini della Luna salirono in Africa ... (clicca sulla freccia)
Quando gli uomini della Luna salirono in Africa, gli risultò stupefacente e strano pensare che calandosi da un cratere ci si poteva trasportare a migliaia di migliaia di migliaia di lunares1 al centro della terra, un fatto già di per sé sconcertante che a tutt'oggi non è ancora stato spiegato. Però questo è successo, e se non fosse per la sorpresa inaspettata di trovarsi sotto terra salendo, la verità è che no, non si potevano lamentare.
«Finalmente qui, nel pianeta conosciuto da poeti e cantori come Azulete» commentavano supini ammirando la volta celeste.
Ispirarono l'aria calda e speziata della savana assaporandola, e ritorcendo le labbra grugnirono «Mummm».
Sollevandosi a sedere per l'odore acre si accorsero del liquido guanoso oltre le nuvole di mosche, incuriositi lo verificarono anche con la punta delle dita e con le labbra, ed esclamarono «Maahhh!»
Guardandosi faccia a faccia meditarono su ciò che i bardi avevano cantato. Nelle rime esortavano a salire e non a scendere, ciò non di meno erano lì, ma l'ambiente non sembrava accogliente come nei loro racconti.
«Amor picca, amor gladio, amor arma, che la verità sempre ci biasimi./ Disintegrandomi gladiatore restituisco grano e semilie che neanche Azulete il generoso poteva contenere.»
E anche
«Silenzioso Azulete silente, che si prende cura di noi aggiungendo stelle fugaci al suo ampio ventre...»
Tutto questo qui non esiste! Né ombre nere dell'eternità, né polvere stellare dove nascondersi al fluttuare di Selenitas, nulla dei "Canti lindi", solo fragorosi ruggiti e vibrazioni mentre ci accovacciamo sotto le felci al passaggio dei dinosauri; e salite veloci, in fretta, arrampicandoci a liane e sequoie qualche centimetro più in alto di quelli che fanno merenda con gli artigli.
È qui il vero Averno claustrale2 di cui ci parlavano gli antichi saggi: «terra-suolo fluida che ti ingoia affamata, serpenti di fiamma assordanti solcando obliqui sotto il cielo e dopo fuoco senza fine che tutto brucia.»
Ogni essere vivente in questo luogo ti cerca, ti brama, ti desidera, ha bisogno di te e vuole ardentemente mangiarti. Quelli che volano lo desiderano, quelli che strisciano, quelli che nuotano, anche le piante, sempre costantemente lo vogliono: mangiarti!
Non ci sono crateri per tornare a casa, ci aggiriamo su Azulete da un capo all'altro e non ce ne sono, quelli che troviamo salendo montagne imbevute di zolfo sono pieni di acqua di fuoco, se sono arrabbiati la sputano in cielo e torna su di noi come roccia che brucia. Mio Dio, abbiamo raggiunto l'inferno! Tutto ciò che ci circonda ci punta godendo in attesa di masticarci.
Non c'è modo di tornare indietro, qui siamo.
Siamo persone gentili e cortesi noi della Luna, finché Dinosauro non ha ingoiato Eliodoro credendolo un virgulto per via del colore lunare della sua epidermide. Vai! Li abbiamo uccisi tutti! Lo stesso è successo ai mammut, hanno schiacciato Amigdala di Osiride.
Abbiamo annientato tigri dai denti a sciabola, archaeopteryx, cinghiali coccodrillo, diti alati, anche piante che mangiano bambini, adulti e anziani.
Poi anche gli altri. Hanno fatto qualcosa, quindi sono scomparsi!
Lo cambiamo questo inferno.
Noi lunatici siamo uomini onesti che hanno una sola parola, e se non riusciamo a trovare un modo per tornare indietro, qualunque cosa accada, li spazzeremo via tutti da qui, proprio come abbiamo fatto sulla Luna.
1 Unità di misura lineare in uso tra i Seleniti, corrispondente più o meno a 100 piedi di Tyrannosaurus rex.