....................Felix Dario Ruggeri.................... Architetture in divenire
Architetture in divenire
"Architetture in divenire" non segue una collocazione temporale definita: nel mese di aprile 2004 la comunicazione della sua attivazione è segnalata sul sito dello studio eraarte e viene rinnovata nel mese successivo.
Lo spazio in cui la mostra matura il suo percorso evolutivo in aprile si presentava al pubblico con le pareti vuote. In maggio i lavori fotografici imballati e appoggiati sul pavimento sono in attesa dei supporti necessari per il successivo montaggio dei pannelli alle pareti. Nel mese di giugno "architetture in divenire" si sviluppa delineando una forma più ampia del proprio percorso e definisce più chiaramente i termini della sua a-temporalità. È in questo mese che lo spazio dello studio eraarte come si presentava durante i mesi di aprile e maggio, diventa parte integrante della struttura etica della mostra che si segnala per la propria qualità di svilupparsi senza una successione temporale definita, seguendo una propria identità etica dove i percorsi temporali espositivi non sono scanditi e controllati dal comune senso del tempo. Il divenire in questo caso non assume le caratteristiche di una successione cronologica di eventi, bensì esprime la consapevolezza di una possibile capacità di interagire sulla presenza a-temporale di frammenti che galleggiano in ogni luogo della nostra capacità intuitiva dell'esistere e non delle cose.
....................Felix Dario Ruggeri.................... Architetture
ARCHITETTURE
"la vacuità indugia sugli edifici
estasi dell'impercettibile
devianze nell'assoluto equilibrio circolare"
In questo caso le "architetture mentali ", evidenziate con l'utilizzo di interventi digitali, sostengono e amplificano la qualità strutturale e concettuale dell'immagine fotografica presentata.
L'elaborazione digitale degli edifici è una palese provocazione, il gioco pretesto di una condizione non applicabile alla realtà del quotidiano, ma utile e idonea quale valorizzazione estetica della realtà fotografica.
L' architettura mentale si sovrappone come valore aggiunto all'immagine di funzionalità evocata e espressa dalle strutture fotografate; una architettura fine a se stessa, che utilizzando immagini fortemente rappresentative sia delle esigenze primarie che della operatività dell'uomo, si propone con un progetto di astrazione estetica inserito nelle stesse immagini architettoniche, come ulteriore possibilità di riflessione. Ponti e impalcature costruiti per stimolare una ricerca mentale, che dalla funzionalità dell'utile ci conducono, utilizzando strumenti e schemi propri della progettualità, lungo un percorso che ha come conseguenza la verifica della nostra condizione con quella componente immanente-trascendente che permea l'esistenza e non delle cose.
felix