Il Mostro delle Dita
OK, i miei lettori più attenti potrebbero obiettare che questo Smiling Monster non sta sorridendo affatto, anzi sembra piuttosto preoccupato. Tuttavia esiste una spiegazione scientifica a tutto ciò, e mi accingo a delucidare con dovizia di particolari.
Le prime testimonianze dell’esistenza di questo Mostro sono antichissime, ma non state ad affaticarvi per rintracciare citazioni nei glifi rongorongo, nei manoscritti del Mar Morto o nei papiri egiziani, perché non le troverete. Lui in realtà era ben noto a tutti gli scribacchini di queste lontane civiltà, ma essendo molto riservato e odiando le luci della ribalta, non appena veniva a sapere di essere stato nominato in qualche pergamena o tavoletta di argilla si affrettava a comparire davanti all’incauto scrittore e diffidarlo invocando la legge sulla privacy. Nel caso l’erudito di turno non accettasse di cancellare i riferimenti nel suo testo (o stele, o graffito rupestre…) in nome della libera divulgazione culturale, il Mostro si limitava a mordere il ditino che lo sventurato usava per reggere il calamo, la penna d’oca, lo stilo o quello che era, e questo di solito era sufficiente a convincerlo. Se ciò non bastava e le proteste sfociavano in un rifiuto indignato da parte dello studioso, il Mostro non aveva nessun problema a congedarsi nei termini della più cordiale simpatia portando con sé il dito in questione come caro ricordo. Questa procedura si è dimostrata infallibile nell’opera di dissuasione finale, oltre a provvedere il Mostro di una invidiabile collezione di dita.
Pertanto la sua esistenza è passata inosservata, e diversamente da quanto è capitato con i suoi colleghi unicorni (che sono terribilmente dive e adorano attirare l’attenzione facendo apparizioni ovunque, dalle leggende agli arazzi) non ne troverete traccia nella mitologia o nelle fiabe.
Oltre a essere sconsigliabile descriverlo a parole era impossibile ritrarlo, perché essendo così schivo non amava fare da modello a disegnatori e artisti, e avendo moltissime dita (grazie alla sua raccolta di queste utili appendici) è velocissimo e scappa via ancor prima che l’artista riesca a pensare di srotolare la pergamena.
L’immagine che vedete è stata ottenuta solo grazie a circostanze più uniche che rare che gli hanno reso impossibile muoversi e che vado ad enunciare.
Dovete sapere cari lettori che, come ho già detto, il Mostro qui descritto ha un carattere schivo, ama la quiete e predilige attività tranquille e riflessive. È un appassionato di botanica e impiega il suo tempo a curare piante e fiori selvatici con grande competenza. Lui adora scoprire nuove specie vegetali e così immaginate il suo entusiasmo quando 4200 anni fa (più o meno) venne a sapere che sul cocuzzolo del monte Ahghaztxpuk era stata adocchiata una rarissima Aiuola Albina! È una cosa veramente elettrizzante perché le aiuole albine, che crescono solo sulle cime inviolate dei monti più alti, sono equiparabili alle rockstar del mondo vegetale e odiano essere riconosciute. Per evitarlo hanno sviluppato un mimetismo eccellente, riuscendo ad ingannare anche l’occhio più esperto che spesso le scambia per un semplice cappuccio di neve. D’estate invece indossano occhiali da sole con lenti a specchio.
Insomma il nostro Mostro si era incamminato di buon mattino ed era felicemente giunto al cospetto dell’aiuola. Dopo una cortese presentazione, il Mostro si era immerso in una appassionante conversazione con i fiori, il che come tutti sappiamo è il metodo migliore per conoscere le piante. Iniziò a piovere ma il Mostro immerso nell’interessante dialogo non ci aveva fatto caso. Purtroppo la percezione temporale del Mostro è alquanto scarsa, infatti gli parve che fosse trascorso solo qualche minuto quando si rese conto che la pioggia si era protratta al punto che il monte si trovava ormai quasi sommerso dall’acqua.
Poiché non sa nuotare la cosa lo fece innervosire. Vide passare un enorme pesciolone e ne approfittò per chiedere informazioni.
“Non si preoccupi – rispose quello – è solo il diluvio universale. Non ha ricevuto l’sms di Noè?”
Ovviamente Noè non aveva mandato nessun messaggio al Mostro, del quale non conosceva nemmeno l’esistenza, ma questa a lui non sembrò una valida scusa. Per fortuna non fu necessario tuffarsi, l’acqua si fermò a pochi cm dalle sue numerose dita e il Mostro dopo un ragionevole intervallo di tempo potè fare ritorno sano e salvo alla sua vita abituale. Tuttavia questa avventura gli lasciò un indelebile ricordo.
Come salvarsi dal Mostro delle dita.
Il Mostro non è pericoloso e se lo incontrate non rischiate nulla, lui non vi mangerà a meno che non siate un venerabile vecchietto con una lunghissima barba bianca… o cerchiate di postare la sua foto su Instagram.
Estratto dalle note per un saggio sulla mostrologia. Gli errori grammaticali sono dovuti all'improvvisa e misteriosa scomparsa dell'Autore.
|