HANS VAN MEEGEREN E' ENTRATO IN CLASSIFICA
L’arte
a mio avviso deve esprimere originalità. Se uno vuole impadronirsi di una
tecnica o di un aspetto qualsiasi dell’opera di un maestro lo può copiare
finché vuole ma poi deve dire la sua, bene o male.
Questo è quello che pensavo, è un ragionamento abbastanza semplice e non
credevo che avrei cambiato parere. Ma la vita per fortuna ci riserva un
sacco di sorprese, infatti ho saputo una cosa così strabiliante su un copista
olandese da farmi dichiarare ufficialmente, contro ogni aspettativa, che
Hans Van Meegeren è entrato in classifica.
Penso che ognuno di noi abbia la sua personale classifica degli artisti
preferiti anche senza bisogno dei sondaggi proposti dalle riviste.
Io di classifiche ne ho addirittura due, una di preferenze basate sulle
opere (comprende Leonardo, Bacon, Vitale da Bologna, Beato Angelico, Piero
della Francesca, i miniatori del Trecento… oddio forse dovrei metterci qualche
altro artista del XX secolo, magari ci penso).
L’altra classifica non si basa sulla qualità del lavoro ma sulla pazzia
dell’artista: più è scatenato più mi piace.
Naturalmente non intendo pazzia come malattia mentale, sulla quale non mi
permetterei di scherzare, per artisti pazzi intendo persone mentalmente
sane (o almeno quasi del tutto: Freud ha fatto alcune interessanti considerazioni
a proposito di artisti neurotici che intendo approfondire) che lucidamente
e deliberatamente decidono di fare cose folli, assurde e stravaganti, poetiche
o ridicole, dissennate, enormi o minuscole. Non è semplice dare un criterio
preciso, io lo definisco estorsione di wow.
Se un artista fa qualcosa di così stupefacente da farmi pensare “wow” entra
in classifica. E non è facile fare wowware me.
Nella classifica degli artisti pazzi per ora ci sono Opalka, Duchamp, Mondrian
e Van Doesburg, Beuys, il Coyote, Heizer e
!!!new entry!!!
Hans Van Meegeren.
Vi racconto cos’ha combinato Hans. Era un pittore olandese della prima metà
del ‘900. Poiché l’avanguardia gli faceva semplicemente ribrezzo, dal 1935
si specializzò nella tecnica di copiatura del Seicento olandese, divenne
così abile da riuscire a vendere i propri dipinti come originali di Vermeer.
E non li ha mica venduti a un produttore di zoccoli di legno arricchito
che non capiva un tubo di quadri! Li ha piazzati al museo Boymans di Rotterdam,
al museo nazionale di Amsterdam e al famoso collezionista D. Van Beuningen.
Io veramente ‘sto Beuningen non l’avevo mai sentito nominare ma la fonte
lo cita in questo modo e la prenderò per buona.
Insomma, Hans sapeva il fatto suo, infatti non era interessato solo alla
vendita di per sé, ma “usava quest’atto quasi eroico come verifica contro
lo spirito delle avanguardie del ‘900”. Io direi che la sua era un po’ una
lotta contro i mulini a vento… (battuta fiammingo-donchisciottesca)
Comunque fin qui non ci sarebbe nulla di eclatante, un abile pittore si
produce in opere più vere del vermeer e siamo tutti contenti.
Però lui ha fatto una cosa talmente folle che a confronto le pazzie degli
artisti passati e presenti, dai graffitisti di Altamura ai graffitisti di
New York, droga, sesso, rock’n’roll, perversioni, assassini e qualsiasi
altra bizzarria vi può venire in mente, sembrano giochetti banali.
E’ una cosa stratosferica, quando l’ho saputa sono scoppiata a ridere ma
ripensandoci forse è più appropriato rabbrividire.
Dovete sapere che questo svalvolato di olandese nel 1940 ha venduto un falso
Vermeer dipinto da lui stesso a Goring.
Non so se avete presente, il feldmaresciallo del Reich. Nel 1940.
Io me l’immagino Hans sicuro e professionale nel salotto buono di Hermann
Goring a prendere il tè con i crauti e illustrare la qualità della luce
di Vermeer, la finezza d’esecuzione, l’equilibrio compositivo e tutte le
altre corbellerie che gli saranno venute in mente, beato e tranquillo sotto
lo sguardo d’acciaio di quegli occhi gelidi.
Questa per me è follia pura, lucida, sconvolgente. E’ incoscienza e coraggio,
una sicurezza tale nei confronti del proprio lavoro da sfidare le SS.
Non mi capacito. Mi immagino cosa sarebbe successo se Goring fosse venuto
a sapere che il suo Vermeer era un falso… ci metteva circa zero secondi
a scoprire chi era l’autore (a che cosa gli serviva se no la Gestapo?) e
allora potete immaginare dove glieli ficcava i pennelli, la tela, il telaio
e pure la cornice a Van Meegeren. Non è solo sfidare la morte, ma una morte
particolarmente dolorosa.
Lo trovo agghiacciante, io avverto disagio anche solo all’idea di parlare
del mio lavoro con un estraneo che al massimo potrebbe rispondermi che non
gli interessa, e lui vende un quadro falso a Goring.
Tutto ciò è fantastico, forse le avanguardie gli facevano schifo ma direi
che il suo vero lavoro non era tanto o soltanto il quadro come oggetto fisico,
era soprattutto un’operazione concettuale con la posta più alta che un essere
umano può mettere in gioco.
Baci a Van Meegeren, un altro olandese pazzo entrato in classifica.